SANITÀ: LA MEMORIA CORTA DEL CENTRODESTRA E LE PROMESSE SCIOLTE COME NEVE AL SOLE

Ricordate le battaglie di piazza e di tribunali del centrodestra contro la riforma della rete ospedaliera? Io non dimentico così facilmente quegli anni, quei titoli sui giornali, quelle piazze piene condizionate dalle paure indotte per ragioni politiche e in alcuni casi per interessi professionali. Cosa è cambiato da allora? Sono trascorsi più di due anni dalle elezioni vinte dal centrodestra in Regione Piemonte ma non è stato aggiunto nulla rispetto a ciò che gli è stato consegnato. Anzi, le loro promesse si sono sciolte come neve al sole. Volevano modificare la dgr 1/600 sulla rete ospedaliera? Non lo hanno fatto. Volevano privatizzare e aggiungere letti e reparti a Tortona? Non lo hanno fatto. Volevano acquisire e ristrutturare l’ex Mauriziano di Valenza? Non lo hanno fatto e non lo faranno. Volevano potenziare la rete dell’emergenza? Oltre a non averlo fatto hanno portato sotto le medicine interne il pronto soccorso di Ovada, Tortona e Acqui Terme. Volevano potenziare i distretti territoriali? Oltre a non averlo fatto hanno perso professionalità d’alto livello. Volevano abbattere le liste d’attesa e ridurre la mobilità passiva? I risultati sono sconfortanti. Volevano coinvolgere i sindaci nelle decisioni? Sono 2 anni e 6 mesi che non funziona più l’assemblea provinciale dei sindaci dell’Asl. Hanno costruito le barricate contro l’unificazione di Asl Al e Aso? Ora si rendono conto che è inevitabile e che hanno fatto perdere solo del tempo. Volevano più fondi regionali per l’assistenza domiciliare e per l’integrazione delle rette nelle strutture residenziali? Risultati prossimi allo zero. Potrei proseguire ma per rispetto del lettore mi fermo qui. Noi vorremmo dare una mano perché di mezzo c’è la salute dei cittadini. Almeno sul progetto dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) si facciano aiutare e sul nuovo ospedale di Alessandria non giochino con le parole. Bisogna farlo davvero, limitarsi a qualche progetto di massima per dire che qualcuno se ne occupa è un errore micidiale che ricade sulle spalle di medici e infermieri e sulla pelle dei cittadini.